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Book crossing a Quarto Oggiaro: dove e cosa ci può insegnare
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In una intervista a Pietro Porro referente del progetto Per un Quarto di libro per AmbienteAcqua Onlus, pubblicata sul blog LeNius.it recentemente, l’autore Andrea Genzone approfondisce il tema del bookcrossing, l’origine, il ruolo sociale e culturale, il suo potenziale per Quarto Oggiaro.


Fare bookcrossing significa lasciare libri in luoghi aperti al pubblico in modo che altre persone possano trovarli, leggerli e a loro volta liberarli altrove. Un aspetto aggiuntivo riguarda la possibilità di contrassegnare i libri con codici, timbri o etichette in modo da conoscerne la provenienza e poterne seguire il percorso nello spazio e nel tempo.

Il termine è composto dalle parole book e crossing, che potremmo tradurre con incrocio, o scambio, di libri. A incrociarsi in questa pratica non sono solo i volumi, ma anche i lettori che condividono l’esperienza di una lettura, ricevono e restituiscono il significato della gratuità e costruiscono insieme una comunità che non si vede, eppure esiste.

Il bookcrossing ha origini lontane nel tempo ma prende questo nome solo nel 2001, quando lo statunitense Ron Allen Hornbaker fonda il sito bookcrossing.com, stabilendo modalità che saranno poi adottate o reinterpretate in tutto il mondo. In seguito, la parola “bookcrossing” entrerà nell’uso comune con una diffusione tale da farla comparire, nel 2004, nel Concise Oxford English Dictionary. […]

I punti critici del bookcrossing

Si possono forse muovere delle critiche verso la pratica del bookcrossing. In particolare da parte di chi dalla scrittura, lavorazione o vendita dei libri trae il proprio, spesso magro, profitto. Librerie e case editrici indipendenti, autori, illustratori… hanno tutti il diritto di veder riconosciuto il proprio lavoro a fronte di ogni copia venduta e ogni libro non comprato, da loro, può essere vissuto come un danno.

Ma siamo sicuri che i libri scambiati verrebbero altrimenti acquistati? Non sarebbero invece, semplicemente, libri mai letti? […]

Perché a Quarto avete scelto di puntare sui libri?

Secondo noi il libro è un vettore di collegamento, è uno strumento sociale, anche se nel 99% dei casi viene letto in solitudine e in silenzio. Il bookcrossing ci ha permesso di mettere in contatto il centro della città con la periferia, ad esempio facendo arrivare persone dal Municipio 1 con il bagagliaio pieno di libri, farle entrare a Quarto Oggiaro… Ecco la doppia valenza di questo progetto: non solo scambio di libri ma anche coesione sociale. Infatti la gente che porta i libri poi chiede, vuole sapere cosa stiamo facendo.

Come funziona il bookcrossing a Quarto Oggiaro?

Diamo la possibilità alle persone di venire a scegliere dei libri, oppure ad associazioni che vogliono aprire librerie o biblioteche all’interno di spazi sociali di prenderne una parte. Ne stanno arrivando diverse, addirittura una dalla Val Codera, con l’idea di costruire una biblioteca sociale nel villaggio e riportare i libri in montagna.

Oltre all’apertura del nostro magazzino abbiamo installato delle casette in legno dedicate al bookcrossing sparse per il quartiere di Quarto Oggiaro: sotto alle case popolari, vicino alle scuole, alle biblioteche, agli orti… In certi casi abbiamo fatto delle presentazioni, in altri casi le abbiamo fatte semplicemente comparire.

Continua a leggere qui tutto l’articolo apparso su Le Nius.

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